martedì 18 maggio 2010

Un anno di MIND THE CLOSURE

Nonostante intorno vada tutto a rotoli ogni giorno che passa mind the closure è riuscito ad attraversare indenne questo tratto di tempesta e a compiere un anno. Se l’equipaggio riuscirà finalmente a dominare la furia degli elementi ancora non ci è dato saperlo; quello che è evidente, però, è che è passato un anno, che i lettori (grazie a tutti voi) stanno crescendo, anche se lentamente – ma non c’è fretta.

Breve considerazione circa lo scrivere SUI fumetti.
Un anno fa mind the closure esordiva con suo il manifesto programmatico, da cui riprendo questo passo, che credo essere il più significativo:
Grazie all'unione di testo, immagine, sequenzialità e, soprattutto, di un solido impianto contenutistico che attinga dal reale e dalla cultura (e non dalla spettacolarizzazione di contenuti banali o presuntamente reali) il fumetto riesce così a dialogare con il lettore e ad offrirgli una chiave di lettura del mondo che lo circonda e un orientamento all'interno della realtà.

La cultura, credo, è uno dei piloni del fumetto. L’altro è il senso. Gli altri due sono rispettivamente la scrittura e il disegno (tra i quali divido la responsabilità della sequenzialità).

Scrivere SUI fumetti (cioè fare critica, ma critica è una parola che già di primo acchito da fastidio) non è una cosa semplice, farlo in modo competente ancora di meno; farlo in modo che quello che si dice possa creare un discrimine è ancora più difficile. E non parliamo del rendere il tutto gradevole a chi legge.
Scrivere SUI fumetti prevede, innanzitutto, leggere molto (quindi, in un certo senso, spendere molto). Vuoi parlare di un autore? Devi conoscere buona parte della sua produzione, perlomeno quella più significativa. Vuoi parlare di una storia? Devi poterla contestualizzare.

Per poter scrivere SUI fumetti in modo non banale, poi, bisogna avere il tempo di cibarsi di altro. Leggere, guardare, ascoltare, quasi senza discriminazione, dal momento che tutto può tornare comodo. Conoscere, quindi. Permettersi di approfondire. In una parola, quindi, cultura. Quella stessa cultura che rare volta poi ti verrà riconosciuta dagli estranei, e magari dagli stessi autori che, dal canto loro, probabilmente hanno “confezionato” una storia priva di anima fatta di pezzi privi di anima di altre storie, che non offre un orientamento e/o non produce cultura in alcun tipo.

In ultima istanza, il tempo. Il tempo è il nemico più grande di chi scrive SUI fumetti, che mi spinge a spezzare una lancia in favore di tutti coloro che hanno intrapreso questa via. Fare critica (ecco l’ho detto) all’interno di una nicchia, peraltro in Italia poco considerata dai massimi sistemi, è una cosa che – salvo rari casi – non genera profitto. È dunque difficile distinguere il professionista dall’amatore, visto che il compenso non può essere un discriminante e anche perché i cosiddetti professionisti non vivono di questo. Scrivere SUI fumetti è una cosa di cui non si campa e che si fa per piacere personale, a fianco di attività come lavorare e vivere. È giusto pretendere rigore, certo, ma nei limiti in cui è giusto ricordare che, se lo si fa, è solo per amore del fumetto; forse per ambizione, certo, ma difficilmente, credo, per ambizione uno si metterebbe a scalare le vette della continuity, a inseguire la linea chiara o a macinare centinaia su centinaia di albi.

Tutto questo per dire: scrivere SUI fumetti è un compito perlopiù ingrato, ma che, alla fine della giornata, dà sicuramente soddisfazioni. Ed è uno dei motivi per cui mind the closure è arrivato fino a qui, chiudendo il primo di tanti giri di boa.
Buon compleanno!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

uau... buon primo compleanno :)

viola

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=CNJ62oQxIck


.i

alfredo goffredi ha detto...

grazie ;)

"brindiamo tutti insieme con un altro po' di tè. e tanti tanti auguri, a-aaaaaaaaa teeeeeeeeeeeeeeee"